Onorevoli Colleghi! - Riteniamo necessario e urgente risolvere un problema di vera e propria discriminazione che interessa i pensionati dell'ex ente «Poste Italiane», andati in pensione nel periodo compreso tra ottobre 1994 e lo stesso mese del 1995 e che non hanno usufruito dei benefìci previsti dai contratti nazionali di lavoro dei vari settori del pubblico impiego. Tali contratti prevedono, infatti, che i miglioramenti siano integralmente attribuiti a tutti i lavoratori comunque collocati a riposo nell'arco della vigenza contrattuale.
      La disponibilità delle organizzazioni sindacali di categoria ad escludere la cosiddetta «vigenza contrattuale» per i pensionati in oggetto va collocata nel clima generale di quegli anni e nell'orientamento complessivo assunto in una fase di rinnovo di molti contratti di lavoro del settore pubblico.
      Negli altri contratti similari stipulati la «vigenza contrattuale» non fu esclusa e questo riguardò anche i contratti dei postelegrafonici sottoscritti successivamente.
      A seguito di tutto ciò, venne discriminato dal vantaggio di vedersi riconosciuti gli incrementi di stipendio concessi in un periodo successivo alla cessazione del rapporto di lavoro solo un numero limitato di postelegrafonici in quiescenza e per un determinato arco temporale.
      È dunque necessario risolvere questa ingiusta differenziazione sul terreno dei diritti, procedendo al ricalcolo del trattamento di pensione, considerando anche gli incrementi retributivi realizzati in epoca successiva alla cessazione del rapporto di

 

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lavoro e nell'ambito dell'arco di vigenza del contratto.
      La spesa necessaria risulta essere modesta, come è stato dimostrato da una verifica dal punto di vista finanziario già effettuata dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel dicembre del 2000.
      Già nella XIII legislatura il Governo aveva accolto un ordine del giorno, in data 17 dicembre 2000, con cui si impegnava a risolvere questa discriminazione.
      L'ex Ministro delle comunicazioni Gasparri aveva riconosciuto la necessità di adottare misure analoghe tra categorie diverse di lavoratori affermando che, qualora si fosse verificato un problema di trattamento disomogeneo, sarebbe stato pronto a sostenere l'operazione di equità anche per questi lavoratori. Ciò risulta da una lettera inviata il 22 gennaio 2002 al presidente dell'Associazione difesa pensionati postelegrafonici.
      Dare una soluzione alle legittime richieste di tali pensionati significa anche porre su un piano di parità questi con altri lavoratori e con altre categorie che vivono situazioni analoghe.
 

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